A Ronchi, quel teatro che non si può, ma che sarà necessario per rilanciare la cittadina


C'era una volta. Così si può iniziare a raccontare Ronchi. Una cittadina di oltre 10 mila abitanti, anche se in base ai dati ISTAT nei prossimi decenni rischia di non andare oltre gli 8 mila di abitanti, che vive molto della memoria del suo passato, stante un presente spesso poco gratificante. Si racconta di ciò che era, più di ciò che è. Dal meeting partigiano, all'agosto ronchese, agli eventi di un certo spessore. Oggi, le iniziative principali che portano il nome di Ronchi anche oltre i confini regionali, sono  il Festival del giornalismo ed il Curling bisiac, e a volte la Cantada di Vermegliano, tolte ovviamente quelle sportive, a partire dal Baseball, e da quelle che organizza la biblioteca cittadina, cuore vitale della cultura ronchese, per la grande attenzione che c'è per la lettura nella nostra cittadina. Dove esiste anche una delle poche librerie indipendenti della regione che meriterebbe di essere sostenuta a dovere, cosa che non sempre accade.
Ma, l'immancabile ma, c'è. A Ronchi l'auditorium comunale non è più sufficiente per ospitare certe iniziative di un certo spessore. Oltre i 100 posti non si va. Non è un teatro, anche se può essere adattato a diverse esigenze, è una struttura per quanto importante, limitata. Solo il gruppo Sinistra per Ronchi aveva scritto nel proprio programma elettorale la necessità di realizzare a Ronchi un teatro polivalente, cosa che venne sostenuta solo dal M5S ronchese durante la scorsa campagna elettorale. Immagini d'epoca ti raccontano la Ronchi di una volta. Come il Cinema Teatro Italia situato nei pressi di Villa Miniussi. Fatto fuori, oramai ridotto a rudere, nei primi anni 2000 per dare spazio ad una struttura residenziale privata. Sulla facciata dell'edificio, della foto d'epoca, si notano affisse le locandine dello spettacolo teatrale "Passa la Ruina" con Mario Bonnaro e Lidia Pini". Si era negli anni '20 circa dello scorso secolo. 
C'era poi il cinema Rio ed Excelsior, quello stagionale, solo estivo di via Roma, oltre che quello parrocchiale. Oggi, zero totale. Dal tutto, al niente. Non ci sono né le competenze, né la volontà per realizzare una struttura polivalente che segnerebbe la svolta per questo territorio. Che si pone nel bel mezzo tra il Friuli e Trieste, una struttura polivalente, sapendo attingere dai giusti fondi e con le giuste pianificazioni progettuali, potrebbe svolgere un ruolo centrale regionale, per convegni oltre che per un luogo sacrosanto dove produrre cultura e magari anche cinema indipendente, in una Ronchi che è dipendente da una visione che spesso non va oltre la giornata, sarà necessaria una radicale svolta ed il teatro dovrà esserne il perno di questa svolta, che difficilmente potrà essere realizzata dal sistema che da decenni governa a Ronchi.


mb


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